I figgi no se pagan
I figgi no se pagan
adattamento di Filumena Marturano di Eduardo De Filippo
traduzione e regia di Giorgio Grassi
attori : Santa Grattarola - Laerte Ottonelli - Furio Borniotto - Fulvio Rosasco -
Tino Razzore - Egidio Cossu - Carla Lauro - Maria Riccobono - Nilo Menconi -
Claudia Grassi - Ines Marchini
Sala Carignano
Gennaio - 1974
RASSEGNA STAMPA | ||
STAMPA | |
LAVORO 1974 |
Corriere Mercantile 25/01/1974 La riproposta al Carignano de « I figgi no se pagan » (tra duzione, a cura di Giorgio Grassi, di «Filomena Martu rano» di Eduardo) conferma iie il dialetto, genovese sa reggere bene, in palcoscenico, anche temi impegnati. Lo spettacolo offerto ieri sera dal Teatro dialettale stabile della regÌ9ne ligure meritava una riedizione, sia per l'intelligenza con la quale Grassi ha sa puto compiere una operazione estremamente difficile, sia per la dignità di un allestimento che resta tra i più interessan ti offerti dagli amatori della scena di prosa in vernacolo. E' chiaro che non bastava trasformare Filumena Martu rano in Filumena Peirano e Domenico Soriano in Dome nico Vassallo per trasferire persuasivamente da Napoli a Genova una vicenda che ha proprio nella sua particolare umanità di tipo schiettamen te partenopeo una delle ra gioni della sua validità (an che se il tema ha ovviamente un valore universale). Grassi ha saputo aggirare con molto gusto e con molta finezza gran parte degli ostacoli e la sua traduzione (scrupolosa mente fedele nella sostanza) è riuscita a restituire in chia ve genovese molti degli umo ri napoletani del testo. Quan to alla regia, improntata ad una linea di schietta sobrietà, diremo che Grassi, in questa occasione, si è posto umilmen te al servizio di se stesso tra duttore: mantenendosi il più rispettoso possibile, cioè, del le battute di Eduardo e dell' atmosfera suggerita dall'origi copione. Santa Grattarola, forse qui ad una delle su.: prove più impegnative e probabilmente anche a quella dall'esito mi ha dato alla figura del la protagonista uno spicco notevole. La sua interpretazio ne della madre che si batte per fare accettare tutti i prq- pri figli all'uomo che si deci derà finalmente a sposarla (e che è ij padre di uno solo di essi) ci è parsa posta sotto il segno di una dolente ma non perciò meno ostinata ri solutezza. Certe note pacate della Grattarola ci sono sembrate molto genovesi (come appunto voleva Grassi) ma non troppo in contrasto (an cora secondo le intenzioni del regista) con l'aggressività del la Filumena partenopea. 'Buo na anche la prestazione di Laerte Ottonelli quale Dome nico Vassallo, con un giusto contrappunto di ire e di com mozione e gustoso il profilo di Alfredo disegnato da Pier Carlo Bercila. I tre figli han avuto un composto risalto da Furio Borniotto, Fulvio Ro- sasco e Tino Razrore. AI loro fianco si sono pure fatti am mirare Egidia Cossu, Carla Lauro (chiamata all' ultimo momento a sostituire l'indisponibile Laura Piccaluga), Maria Riccobono, Nilo Menconi, Claudia Grassi e Ines Marchini. Successo molto vivo con ap plausi a scena aperta e nume chiamate alla fine. E' sta come avrebbe detto Eduar do, « una bbona serata ». d. g. m. |
Il Secolo XIX – gennaio 1974 Il dramma di Filumena Marturano in genovese I figli son tutti eguali anche se di sangue diverso Alla Sala Carignano il «Teatro dialettale stabile della regione ligure» ha ripreso «Filumena Marturano». la popolarissima commedia di Eduardo De Filippo, nella ver sione genovese di Giorgio Grassi che ha come titolo «I figgi no se pagan». Si è ripetuto il successo dì due anni or sono. Si sono riconfermali in maniera positiva alcuni concetti basilari dell'operazione: la validità del dialetto, la solidissima struttura dei tre atti, e i nfine il motivo genuinamente pirandelliano dell’eguaglianza dei figli nati da sangue diverso, arma infallibile nelle mani d'una madre fermamente decisa a difendere i suoi e i loro diritti. Ricordiamo che D’Amico, dopo della prima della Marturano» all’Eliseo di Roma nel gennaio 1947. Scrisse che Eduardo era entrato oramai nel rango dei commediografi europei. Questa sorprendente anticipazione ci è tornata in mente nei giorni scorsi leggendo che il quotidiano « Evening Standard» aveva assegnato a De Filippo il premio per la migliore opera teatrale recitata nella stagione londinese 1973, « Sabato, domenica e lunedì » . Siamo dunque nel territorio classico del teatro vernacolo, quello che Grassi aveva sperimentato con ka traduzione di «Assunta Spina» («Te voeggìu tanto ben»), la stiratrice napoletana di Salvatore di Giacomo, ardente , irosa e ingannata, che si addossa per elementare giustizia il delitto dell’amante. Salvo qualche ritegno maggiore, qualche diverso risvolto ambientale, anche la storia della Marturano ha potuto diventare genovese ( qualche altro ritocco di particolari non avrebbe guastato), come lo è diventata la protagonista dell’appassionata recitazione di Santa Grattarola, chiamata a reggere il tremendo confronto con la povera Titina. Laerte Ottonelli s’è assunto l’onere di indossare i panni di Domenico Soriano che furono già di Eduardo. Qui i nomi si sono mutati rispettivamente in Peirano e Vassallo. Hanno cooperato con successo Pier Carlo Beretta nella colorita parte di Alfredo, Egidia Cossu come vecchia a mica e confidente, Laura Carli nelle vesti dell’infermiera Diana, Maria Riccobono, fresca e r isentita cameriera. Bor niotto, Rosasco e Razzore (i tre figli). Nilo Menconi (l' avvocato), la Grassi e la Marchini. La regia di Giorgio Grassi è ancora quella della precedente edizione, condotta con varietà di toni sulle appropriate scene dì Aldo Tocci. E che l’autore creda in questo trasferimento regionale è provato dal fatto dal fatto che ha recentemente consentito la traduzione, condotta di un’altra commedia, « Bene mio, core mio » che ancora nella versione di Grassi s’intitolerà « Un taggio de stoffa miracolosa. » …............... |
GIORGIO GRASSI (traduttore e riduttore) (regista) SANTA GRATTAROLA (Filomena Peirano) LAERTE OTTONELLI (Domenico Vassallo) PIER CARLO BERETTA (Alfredo) | 7 7+ 7 7 7 |