I figgi no se pagan - Teatro Dialettale Stabile della Regione Ligure/stagioni

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I figgi no se pagan

recite


I figgi no se pagan
adattamento di Filumena Marturano
di Eduardo De Filippo
traduzione e regia di Giorgio Grassi


attori : Santa Grattarola - Laerte Ottonelli - Furio Borniotto - Fulvio Rosasco -

Tino Razzore - Egidio Cossu - Carla Lauro - Maria Riccobono - Nilo Menconi -

Claudia Grassi - Ines Marchini


Sala Carignano

Gennaio - 1974


RASSEGNA
STAMPA

STAMPA

LAVORO 1974
Spettacoli         
LA «FILUMENA» ALLA SALA CARIGNANO
Eduardo genovese ha fatto centro
Santa Grattarcela e Laerte Ottonelli in una scena della commedia «I figgi no se pagan»
Alla Sala Carignano proseguono le repliche de I figgi no se pagan, riduzione in genovese di Giorgio Grassi della celebre commedia di Eduardo De Filippo Filumena Marturano. Abbiamo a suo tempo (7 gennaio 1971) espresso un giudizio positivo sullo spettacolo, che è stato ora riproposto al pubblico genovese dall'affiatala compagnia del Teatro Stabile Dialettale della Regione ligure per la regia dello stesso Grassi.
Il fulcro della commedia dicevamo allora sta nell'interpretazione di Filumena. che è stata interpretata da Santa Grattarola con una maturità artistica non comune. Confermiamo lo stesso giudizio, che è poi quello plebiscitario del pubblico, che applaude a scena aperta
di volte.
L'andare a rivedere la commedia ci è parso utile non soltanto per verificare la crescita del teatro dialettale genovese in tutti i sensi (maturità degli artisti, pubblico più numeroso e sensibile …….
sta - autore - attore Giorgio Grassi.
Il Grassi lo sanno tutti, perché lui stesso non ne ta mistero ha una vera e propria adorazione per Eduardo. Per lui Eduardo è il "maestro » vero del teatro dialettale di tutti i tempi. Come Plauto, come Shakespeare. come Molière, Eduardo è uomo di teatro completo e inimitabile, che fa onore alla scena italiana. Filumena Marturano è stata tradotta in tutte le lingue, persine in turco, e in quasi tutti i dialetti italiani: quindi non doveva mancare la traduzione in dialetto genovese, che il Grassi ha fatto egregiamente, guidato dalla sua stessa devozione per Eduardo.
Ma il grande autore - attore napoletano non disdegna l'ammirazione di questo genovese, che per età potrebbe essergli figlio. Il Grassi è ancora tutto eccitato per il recente incontro avuto con Eduardo al Teatro Eliseo di Roma, dove si rappresenta la commedia Gli esami non finiscono mai, che la censu-
….. scrapoli e forse lascerà anche per la traduzione il titolo originale. Intatti il Maestro, pur avendo approvato il nuovo titolo, preferirebbe, per ragioni estetiche e psicologiche, proprio quello originale. D Grassi, però, è stato lasciato libero dì decidere. Staremo a vedere.
Il discorso sull'opportunità o meno delle traduzioni, che abbiamo affrontato col regista genovese, è invece più complesso e ci porterebbe lontano. Il Grassi sostiene che per il momento.
nuovi autori genovesi e si cercano faticosamente nuovi modi di far teatro in dialetto, un bel ventaglio di traduzioni di un autore di fama internazionale non guasti il panorama, anzi abbia il vantaggio di offrire un sicuro godimento al pubblico. Pare che questa idea sia approvata da molti, anche da persone che di teatro se ne intendono vera-mente, come Ivo Chiesa. Il che non è affatto male.
Clara Rubbi

Corriere Mercantile 25/01/1974
La riproposta al Carignano  de « I figgi no se pagan » (tra duzione, a cura di Giorgio  Grassi, di «Filomena Martu rano» di Eduardo) conferma  iie il dialetto, genovese sa  reggere bene, in palcoscenico,  anche temi impegnati. Lo spettacolo offerto ieri sera dal Teatro dialettale stabile della  regÌ9ne ligure meritava una riedizione, sia per l'intelligenza con la quale Grassi ha sa puto compiere una operazione  estremamente difficile, sia per  la dignità di un allestimento  che resta tra i più interessan ti offerti dagli amatori della  scena di prosa in vernacolo.
E' chiaro che non bastava trasformare Filumena Martu rano in Filumena Peirano e Domenico Soriano in Dome nico Vassallo per trasferire  persuasivamente da Napoli a  Genova una vicenda che ha  proprio nella sua particolare  umanità di tipo schiettamen te partenopeo una delle ra gioni della sua validità (an che se il tema ha ovviamente un valore universale). Grassi  ha saputo aggirare con molto  gusto e con molta finezza  gran parte degli ostacoli e la  sua traduzione (scrupolosa mente fedele nella sostanza)  è riuscita a restituire in chia ve genovese molti degli umo ri napoletani del testo. Quan to alla regia, improntata ad  una linea di schietta sobrietà, diremo che Grassi, in questa  occasione, si è posto umilmen te al servizio di se stesso tra duttore: mantenendosi il più rispettoso possibile, cioè, del le battute di Eduardo e dell'  atmosfera suggerita dall'origi copione.
Santa Grattarola, forse qui  ad una delle su.: prove più  impegnative e probabilmente  anche a quella dall'esito mi ha dato alla figura del la protagonista uno spicco notevole. La sua interpretazio  ne della madre che si batte  per fare accettare tutti i prq- pri figli all'uomo che si deci derà finalmente a sposarla (e  che è ij padre di uno solo di  essi) ci è parsa posta sotto  il segno di una dolente ma  non perciò meno ostinata ri solutezza. Certe note pacate  della Grattarola ci sono sembrate molto genovesi (come  appunto voleva Grassi) ma  non troppo in contrasto (an cora secondo le intenzioni del  regista) con l'aggressività del la Filumena partenopea. 'Buo na anche la prestazione di  Laerte Ottonelli quale Dome nico Vassallo, con un giusto  contrappunto di ire e di com mozione e gustoso il profilo  di Alfredo disegnato da Pier  Carlo Bercila. I tre figli han avuto un composto risalto  da Furio Borniotto, Fulvio Ro- sasco e Tino Razrore. AI loro  fianco si sono pure fatti am mirare Egidia Cossu, Carla  Lauro (chiamata all' ultimo  momento a sostituire l'indisponibile Laura Piccaluga),  Maria Riccobono, Nilo Menconi, Claudia Grassi e Ines  Marchini.
Successo molto vivo con ap plausi a scena aperta e nume chiamate alla fine. E' sta come avrebbe detto Eduar do, « una bbona serata ».
d. g. m.


Il Secolo XIX – gennaio 1974

Il
dramma di Filumena Marturano in genovese

I figli son tutti eguali  anche se di sangue diverso

Alla Sala Carignano il «Teatro dialettale stabile della regione ligure» ha ripreso «Filumena Marturano». la popolarissima commedia di Eduardo De Filippo, nella ver sione genovese di Giorgio Grassi che ha come titolo «I figgi no se pagan». Si è ripetuto  il successo dì due anni or sono. Si sono riconfermali in maniera positiva alcuni concetti  basilari dell'operazione: la validità del dialetto, la solidissima struttura dei tre atti, e i nfine il motivo genuinamente pirandelliano dell’eguaglianza dei figli nati da sangue diverso, arma infallibile    nelle mani d'una madre fermamente decisa a difendere i suoi e i loro diritti. Ricordiamo che D’Amico, dopo della prima della Marturano» all’Eliseo di Roma nel gennaio 1947. Scrisse che  Eduardo era entrato oramai nel rango dei commediografi europei. Questa sorprendente anticipazione ci è tornata in mente nei  giorni scorsi   leggendo che il quotidiano  « Evening Standard» aveva assegnato a De Filippo il premio per la migliore opera teatrale recitata nella stagione londinese 1973,  « Sabato, domenica e lunedì » .
Siamo dunque nel territorio classico del teatro vernacolo, quello che Grassi aveva sperimentato con ka traduzione di  «Assunta Spina» («Te  voeggìu tanto ben»), la stiratrice napoletana di Salvatore di Giacomo, ardente , irosa e ingannata, che si addossa per elementare giustizia il delitto dell’amante.
Salvo qualche ritegno maggiore, qualche diverso risvolto ambientale, anche la storia della Marturano ha potuto diventare genovese ( qualche altro ritocco di particolari non avrebbe guastato), come lo è diventata la protagonista dell’appassionata recitazione di Santa Grattarola, chiamata a reggere il tremendo confronto con la povera Titina. Laerte Ottonelli s’è assunto l’onere di indossare i panni di Domenico Soriano che furono già di Eduardo.
Qui i nomi si sono mutati rispettivamente in Peirano e Vassallo.

Hanno cooperato con successo Pier Carlo Beretta nella colorita parte di Alfredo, Egidia Cossu come vecchia  a mica e confidente, Laura Carli nelle vesti dell’infermiera Diana, Maria Riccobono, fresca e r isentita cameriera. Bor niotto, Rosasco e Razzore (i  tre figli). Nilo Menconi (l' avvocato), la Grassi e la Marchini.
La regia di Giorgio Grassi è ancora quella della precedente edizione, condotta con varietà di toni sulle  appropriate scene dì Aldo Tocci. E che l’autore creda in questo trasferimento regionale è provato dal fatto  dal fatto che ha recentemente consentito la traduzione, condotta di un’altra commedia,  « Bene mio, core mio »  che ancora nella versione di Grassi s’intitolerà  « Un taggio de stoffa miracolosa. » …...............


LA PAGELLA DI RIETMAN.
GIORGIO GRASSI
(traduttore e riduttore)
(regista)

SANTA GRATTAROLA
(Filomena Peirano)

LAERTE OTTONELLI
(Domenico Vassallo)

PIER CARLO BERETTA
(Alfredo)
7
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